A volte studiando la storia, anche quella locale, ci si imbatte in figure quasi sconosciute, lontane dai grandi eventi riportati sui libri di testo, figure spesso discrete ma forti, portatrici di una novità e di una visione del mondo che hanno saputo rendere visibile attraverso la loro vita.
E’ il caso di Clotilde Faramia, cittadina saviglianese rimasta vedova a soli 21 anni del maggiore Claudio Luciano, portato via dalla terribile febbre spagnola.
Clotilde non si ripiega su se stessa, non si perde d’animo: studia pianoforte, diventa crocerossina impiegata negli ospedali militari. Si dedica anche alle donne, madri e vedove dei caduti della grande guerra, portando conforto e aiuti materiali. Diventa un riferimento in Savigliano, molte persone si rivolgono a lei. Anche durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale offre un contributo costante e coraggioso, tanto che viene salvata in extremis da una rappresaglia nazista. Il suo impegno come cittadina la porta anche a ricoprire la carica di consigliere comunale dal 1951 al ’56.
La vita di Clotilde Faramia ha ispirato gli alunni della 3A e la loro insegnante di Arte Michela Zuliani a realizzare un ritratto con la tecnica della pittura a smalto che oggi si può ammirare nei locali della scuola secondaria.
Un omaggio a una piccola grande donna che ha fatto molto per la nostra città. La sua vita possa ancora ispirare tante persone a guardare oltre le proprie sofferenze per ridare speranza.